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IN RICORDO DI UGO SASSO 12 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA

Condivido questi ricordi di Ugo Sasso, oggi in ricorrenza della sua scomparsa…..2009/2021, ormai 12 anni. Le parole sono state già dette in molte occasioni, rimane il sentimento, pulito da tutte le congetture, pensieri, azioni o altro che può dare l’interpretazione di chi era. Ci ritorna l’essenza della sua conoscenza, come uomo, come pensatore, che è […]

Data:

9 Gennaio 2021

Tempo di lettura:

961 parole - 9 min

Condivido questi ricordi di Ugo Sasso, oggi in ricorrenza della sua scomparsa…..2009/2021, ormai 12 anni. Le parole sono state già dette in molte occasioni, rimane il sentimento, pulito da tutte le congetture, pensieri, azioni o altro che può dare l’interpretazione di chi era. Ci ritorna l’essenza della sua conoscenza, come uomo, come pensatore, che è e rimane un’esperienza personale di ognuno di noi con lui. L’approccio culturale che ha contraddistinto l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, negli ultimi 30 anni, ha rappresentato una risorsa imprescindibile e identitaria. Oggi, soprattutto in questo momento storico porta ad attribuire un ruolo centrale all’attività di sensibilizzazione e formazione a professionisti, tecnici, imprese, funzionari e studenti, sui temi dell’ecologia dell’abitare. I nuovi temi su cui tutti siamo chiamati a confrontarci, derivanti dall’acuirsi della situazione ambientale globale e della sempre minore disponibilità di risorse non rinnovabili, in una situazione demografica completamente diversa rispetto al ventennio precedente e in un’economia globale che annulla i valori fondanti del vivere sociale, ci obbligano a rivisitare metodi e contenuti proposti nel recente passato. Allo stesso tempo, forte è la volontà e la necessità di mantenere la propria identità culturale, per continuare ad essere punto di riferimento di quell’approccio umanista, e non solo tecnologico, ai temi dell’ “Abitare Sostenibile”, così fortemente indagato e sostenuto da Ugo Sasso, fondatore e padre ispiratore del concetto di Bioarchitettura intesa come “filosofia del vivere e del progettare un’eco-architettura a misura d’uomo, che sia molto più del costruire in modo ecocompatibile e biosostenibile”. L’approccio innovativo di INBAR, fondato su una visione integrata ed olistica delle relazioni uomo-ambiente naturale, è stato – e rimane ‐ il fondamento della visione dell’Istituto, base di partenza imprescindibile per affrontare le nuove sfide e tutte le più attuali problematiche legate alla trasformazione del territorio, a qualsiasi livello essa avvenga. In definitiva sono sicuramente confermati i fondamenti della Bioarchitettura intesa come “visione olistica dell’architettura che obbliga a confrontarsi con la specifica realtà, a scoprire con rinnovata sensibilità la continuità con la storia, le tradizioni, il paesaggio, da affrontare attraverso le nuove consapevolezze della eco sostenibilità e della bio-compatibilità”, senza cedimenti in favore delle mode effimere e senza svendere nulla di quella che fu l’intuizione più originale del suo Fondatore: considerare la prospettiva ecologica del fare architettura come una chiave ineludibile per il miglioramento della qualità della vita dell’uomo. Si potrebbe senz’altro sostener che i tentativo di ridefinire il profilo identitario associativo prenda le mosse proprio dalla convinzione che il tema del progetto ponga ancora oggi la questione irrisolta di un “nuovo umanesimo” ( ci fa piacere che molti ci prendano da esempio e peschino nei nostri libri e testi) come cornice squisitamente interdisciplinare per la soluzione de problema ambientale e della qualità dell’abitare. Tali convinzioni, che nel corso di tre decenni hanno assunto la forma di vere e proprie tesi scientificamente fondate e culturalmente disseminate, sono oggi un patrimonio originale e riconosciuto il quale, a partire delle pionieristiche intuizioni di Ugo SASSO, si è andato via via consolidando in un organico pensiero associativo, identificabile filigrana del presente documento programmatico. D’altra parte, pur rimanendo l’approccio metodologico di ricerca immutato, nuovi temi nuovi scenari si sono affacciati all’orizzonte, sui quali l’Istituto ha il dovere di intervenire e di riacquisire autorevolezza di pensiero e di espressione. Ugo Sasso, bioarchitetto nel significato del termine che lui stesso aveva contribuito a definire, fonda nel 1991 a Bolzano l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Allora in Italia la parola “ecologia” era quasi sconosciuta dall’opinione pubblica ma già da qualche anno lui trascinava un pugno di presunti architetti visionari nel Nord dell’Europa a vedere come bisognava costruire per rispettare l’uomo e l’ambiente. L’architetto Ugo Sasso ha perso la vita il 9 gennaio 2009 in Venezuela, travolto dalla corrente marina, mentre faceva il bagno nell’isola di Margarita, durante una breve tappa naturalistica del viaggio verso Berkley, dove lo aspettava lo scienziato Fritjof Capra, da sempre punto di riferimento della sua opera. Nato ad Asmara nel 1947, cresciuto in Veneto, laureatosi nel 1971 con Carlo Scarpa, Sasso ha collaborato con i grandi della progettazione ecologica (Kroll, Krusche, Kier), direttore scientifico della “Rivista di bioarchitettura”, ha tenuto corsi e master in numerose università italiane, ha realizzato a Bolzano nel 1994 il primo condominio. Nel vasto panorama internazionale della bioarchitettura Ugo Sasso ha portato un concetto originale tutto italiano, quello che il progetto ecologico non deve esaurirsi nell’edificio eco-sostenibile, ma deve avere al centro l’uomo, la qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare, la sua l’appartenenza al luogo geografico e sociale, la salvaguardia del suo mondo di relazioni stratificatosi attraverso il tempo nelle città e nei paesi ecologico italiano finanziato con soldi pubblici. «Per comprendere tutto ciò – diceva – occorre dimenticare la “casa-macchina per abitare di Le Courbusier” e pensare ai quartieri storici delle città italianeIN RICORDO DI UGO SASSO12 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA, ai piccoli paesi con case magari vecchie, dove però la comunità vive serenamente.» Ugo Sasso ha consegnato la sua filosofia del vivere e del progettare un’eco-architettura a misura d’uomo, che sia molto più del costruire in modo ecocompatibile e bio-sostenibile, ad un’intera generazione di sensibili architetti e di giovani studenti dei suoi corsi universitari che adesso, con l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, potranno continuare i suoi progetti, pur nel dolore e nel rimpianto del suo mite sorriso e della sua preziosa opera.

Il Presidente Nazionale Anna Carulli Per il Direttivo Nazionale

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Ultimo aggiornamento

11 Gennaio 2021 14:57