Descrizione evento
L’Istituto Nazionale di Bioarchitettura porta al FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE il seminario
Architettura e solidarietàBioarchitettura® in cooperazione
Presentazione
La Commissione “Modelli Economici Cooperazione e Sviluppo” dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura® ha svolto in questi anni un lavoro di ricerca ottenendo riscontri molto positivi ed il finanziamento da parte della Conferenza Episcopale Italiana per il progetto “Casa del Buon Pastore – Centro destinato ai ragazzi con disagio sociale in Ngaghe”. Il progetto è nato in collaborazione con Mattone su Mattone Onlus, Ingegneria Senza Frontiere (ISF) di Genova, Lab.MAC – UNIGE – Dip. Architettura e Design e ha come ente promotore la confraternita “Brothers of Jesus the Good Shepherd” in Tanzania. L’obiettivo è contribuire allo sviluppo della Diocesi di Same (Tanzania), cercando di migliorare la condizione di vita dei ragazzi di strada con difficoltà sociali di diverso tipo (salute, occupazione, droga…) che vivono all’interno della Diocesi stessa. Il centro sorge a Mabilioni, una zona rurale alla periferia di Same, più precisamente in prossimità del Fiume Ruvu-Pangani, vicino la località Hedaru. La tecnologia impiegata per la costruzione del centro nasce dalla pluriennale esperienza dell’associazione Mattone su Mattone ONLUS che, in collaborazione con l’Università di Torino, ha messo a punto una pressa meccanica capace di ottenere mattoni in terra cruda dalle ottime caratteristiche strutturali e dal profilo unico. L’utilizzo di tale pressa è una risorsa per la comunità locale in quanto, ultimati i lavori, resterà in dotazione al centro. L’utilizzo della terra cruda rappresenta la grande forza del progetto che si traduce in termini pratici in risparmio energetico, facilità di realizzazione ed autocostruzione. Ad oggi è stata realizzata la prima fase della costruzione del centro di accoglienza, consistente nei laboratori, nelle aule didattiche, nel refettorio e nel primo lotto di dormitori, che in totale dovranno ospitare 60 ragazzi. L’attività prevista nel centro consiste nella cura dei ragazzi che potranno seguire un percorso di riabilitazione e, successivamente, in corsi di formazione al lavoro legati alle professioni locali (falegnameria, carpenteria, elettronica, permacultura ed allevamento), adatti ad essere assimilati e diffusi nei villaggi, così da valorizzare le risorse del luogo, limitare le dipendenze esterne e favorire il reinserimento consapevole nella collettività. Le attività garantiranno inoltre l’autosostentamento alimentare ed economico.
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